La vita del Maestro Quan Deo Khoa


Un grande maestro nella grande città

Finalmente venne il giorno predetto dal suo nome, Maestro Quan Deo Khoa arrivò nella capitale del Regno. C'era stato finora solo di passaggio, all'adata e al ritorno del suo lungo viaggio nel continente dove aveva vissuto in città ben più grandi di questa, ma era qui che il suo destino stabilito alla nascita doveva compiersi. Ormai da qualche tempo il Maestro non era più in grado di leggere e quindi la sua vita in Accademia era diventata noiosa; manteneva però ancora una ottima vista da lontano e un udito sopraffino e per questo fu inviato dai vertici della Montagna in giro per il Regno a osservare e riferire gli accadimenti, grazie ai suoi maggiolini sempre all'erta, accompagnato dal fedele cane Deo che gli fungeva da guardia del corpo.

A primavera dei sessant'anni arrivò a Feylann, quando il movimento di liberazione del Corvo dallo strapotere delle gilde straniere cominciava a sentirsi, anche se il suo compito non era di immischiarsi nelle lotte contro gli stranieri bensì di livello molto più alto e molto più segreto, oscure creature si erano manifestate e un mago degli animali molto esperto poteva fornire valide indicazioni. La città, come previsto, lo accolse subito con un attentato incendiario ai granai del Regno dell'Unicorno e una misteriosa donna incapucciata che scappava, aiutata da un altrettanto misterioso uomo completamente ustionato. La donna, Shu Lin proprietaria del negozio di erboristeria Liuxing e della fastidiosissima scimmietta Pozu troppo legata a lei per essere un animale ordinario, venne aiutata da Quan Deo Khoa a sfuggire alla guardie delle gilde, che necessitava di contatti in città.

Il giorno seguente difatti, assieme a Rong Tamer uno spadaccino appena rientrato dal continente al quale il maestro non lesinava domande su suo nipote partito per le accademie dell'ovest ormai da troppo tempo, Quan Deo Khoa e Shu Lin accompagnarono Chinh Thai a cercare un grosso mercante korvino nel quartiere delle Gilde al quale Chinh Thai doveva consegnare un importante messaggio. Questa coincidenza capiatava alla perfezione, proprio il posto dove doveva indagare ma che, senza permesso, non avrebbe potuto frequentare legalmente. Il mercante si mostrò fortunatamente subito entusiasta del gruppo, probabilmente aveva più bisogno di manodopera che di informazioni, ma, approfittando della temporanea assenza del maestro andato a richiamare Rong Tamer, un membro della Congrega del Drago attaccò il mercante, difeso solo da Shu Lin e dal grosso ragazzone Chinh Thai. I nostri ebbero la meglio e l'intervento del maestro si limitò, come sua consuetudine, alla cura dei feriti. Il mercante ne fu però entusiasta e assegnò loro immediatamente il proprio giocoso pargoletto, missione che fu accettata da tutti con grande gaudio salvo, con sospetta reticenza, da Shu Lin che se ne andò alla propria bottega con la scusa di dover analizzare la polvere. Successive indagini del maestro rilevarono effettivamente che si trovava nella sua bottega intenta a desinare.

Dopo che il mercante partii per un viaggio di qualche giorno, Quan Deo Khoa mandò il fidato e pacato Rong Tamer a cercare Shu Lin per verificare l'esito delle sue analisi. Atteso invano qualche ora, in preda dei mal di schiena intento a far da balia al giovanottone e al ragazzino, il maestro assunse la raggia decisione di agire di persona. Preso possesso del corpo di un grosso e ben messo piccione si librò con grazia nei cieli di Feylann per scovare i due compagni assieme su un letto legati e svenuti, vittime di tre loschi ceffi che stordirono addirittura l'inerme piccione del Maestro. Nessuna notizia della scimmietta. Da casa del mercante partirono subito due guardie per salvare i compagni, anche se il Maestro temeva sempre di dover intervenire di persona!

La sfida con la Congrega del Drago

Come il Maestro aveva correttamente supposto il Dragone si mostrava più ostico delle apparenze e necessitava di un suo intervento personale. Messo al sicuro il piccolo e lsciate tutte le guardie disponibili per lui, si incamminò con Chinh Thai per salvare i nuovi compagni di lavoro. Granzie ad abili travestimenti e potenti ragnatele riuscì agevolmente a mettere in fuga due malviventi e a catturarne un terzo, purtroppo non senza attirare le attenzioni dell'insulso popolino che a sua volta attirò le attenzioni delle autorità. Dovette passare tutto il pomeriggio a riposarsi in una baracca facendo da balia a Rong Tamer e Shu Lin, che continuavano ostinatamente a voler uscire mettendosi nei guai. Finalmente a sera il prigioniero venne portato nella stalla del mercante e interrogato, in modo assai brutale e che il Maestro a fatica tollerava, da Rong Tamer, sempre più tagliagole e sempre meno valente guerriero. Il Maestro aveva l'impressione che i due cercaguai fossero più interessati alle proprie insulse armi che non alla propria vita o a quella altrui. Per fortuna il ragazzone ebbe un colpo di genio: uno scambio con la Congrega per riavere il maltolto.

Al Maestro mai erano piaciuti i piani contorti, sono sicuri portatori di fallimento e sventura. E difatti, tutto un grande andirivieni tra la bottega di Shu Lin, che a sua volta era finita catturata dalle guardie, e la casa abbandonata dove avevano incautamente abbandonato il prigioniero legato, bene non ha portato. Rong Tamer si è perso per ben due volte e questo ha fatto sì che il prigioniero si fosse liberato e avesse avvisato i propri compagni. L'imboscata era pronta e il Maestro, che aveva avuto un presentimento proprio all'ingresso della casa, non fece in tempo a fare nulla a causa del precipitarsi degli eventi e della superiorità numerica degli assalitori. In breve, nonostante il valente aiuto di Rong Tamer e Chinh Thai, Quan Deo Khoa finì nelle luride mani dei tagliagole e il suo bastone in quelle di un loro scagnozzo di infimo ordine. Riscatto preteso: una settimana di astinenza dalle difese pattuite.

Tutti si salvarono solo grazie alla prontezza di spirito e alla potenza del Maestro. Appurato che i manigoldi si erano separati in due gruppi e ben conscio che gli amici fossero sì confusionari ma mai codardi, Quan Deo Khoa ne immobilizzò due con una possente ragnatela. E difatti ecco Rong ma soprattutto Chinh apparire e mettere fuori combattimento un terzo, mentre il quarto purtroppo spariva tra i vicoli. Venne recuperata anche la povera Shu Lin rinchiusa in un tappeto, che dopo questa avventura non ne volle più sapere. Pensandoci bene, tutti i guai furono proprio causati dalla sua caparbietà a voler tornare al negozio e pertanto il Maestro vide in ciò un bene. Difatti per due mesi nulla successe più e la vita scorse tranquilla, con il grande che poteva riprendere le proprie forze.

Un'altra Congrega lentamente si affaccia

Di ritorno da uno dei suoi numerosi viaggi il mercante portò con sé una interessante notizia: pareva che la Congrega del Drago era stata assoldata da un'elfo chiamata Mayqui. Null'altro si sapeva su dui lei, ma di sicuro il Maestro si sarebbe messo ad indagare prontamente se non fosse che altri arrivi si profilavano. Apparve ben presto difatti anche Bong Toi, presentato dal mercante come il suo figliastro. Cosa questo significasse esattamente e perché non portava il medesimo cognome del padre non era dato a sapere, così come non era buona cosa il ripetere le pessime voci che giravano su di lui all'interno della Gilda. Fatto sta però che essendo il fratellastro ed essendo portato direttamente dal padre i nostri speravano in una vigorosa mano.

Non era ancora iniziata la sequenza dei turni di guardia per il nuovo arrivato quando Zemiao decise di fare un gran colpo di testa: sparì all'improvviso dalla stanza, sgusciando come un gatto fuori dalla casa. I poteri del Maestro però non conoscono limiti: grazie al pezzo di vestito accantonato sapientemente il piccolo venne subito individuato da solo su una barchetta in mezzo al canale. I nostri partirono all'inseguimento, ciascheduno con i propri mezzi. Quan Deo Khoa volando con poderose ali d'aquila e gli altri a piedi per i vicoli. Il Maestro ovviamente fu il primo ad individuarlo, ma il ragazzino non ne volle sapere di rientrare a casa e nuotò fino alla riva, dove tutto il nostro gruppo presto arrivò. Il nuovo si mostrò subito efficiente, seguendo le tracce bagnate fino ad una palizzata sfondata in breve dal solito ragazzone robusto. Dietro c'era Zemiao che dava un sacco di monete ad un losco figuro, tal Nguien. Rong Tamer era famoso per non lasciare mai un lavoro a metà: stese sia Zemaio che Nguien, ferendo quest'ultimo gravemente. Il trambusto stava però attirando l'attenzione degli abitanti del quartiere e così, contrariamente ai saggi consigli del Maestro, Rong Tamer fece il grave errore di entrare proprio nella porta dove Nguien stava cercando di rifugiarsi. Un atto improvvido, che portò i nostri proprio nel cortile della Congrega della Tartaruga!

Per fortuna il Maestro, mosso a pietà, curò Nguien prima che apparissero i membri della congrega e così i rapporti che ne seguirono volsero per il meglio. Pareva, a detta del gentile maestro della congrega, che fossero stati assoldati proprio da Zemiao per scortarlo fuori città. Ovviamente non ne vollero sapere del fatto che il ragazzo non poteva siglare contratti essendo ancora di minore età, come obiettava giustamente Quan Deo Khoa, ma furono comunque gentili offrendo ospitalità sicura per la notte a tutti quanti. Mossa assai scaltra, che permetteva alla congrega di tenere sotto controllo il ragazzo per tutta la notte fin quando, l'indomani, ripresosi, avrebbe sicuramente chiesto di essere portato fuori città. Mai decisione fu più sciagurata, il gruppo si era messo ora in una gentile trappola. Vi era ancora però una via d'uscita: il Maestro avrebbe potuto volare via con il ragazzo, sfondando una finestra della stanza dove erano alloggiati. Ma i pavidi membri di questa piccola armata furono contrari e il Maestro dovette cedere alla maggioranza. Ci sarebbe stato da passare la notte a convincere Zemiao, che ormai si era votato ad una vita da peregrino spiantato, che era opportuno essere accompagnato da tutti.

Magie pericolose

Durante la notte l'inaspettato accade. Mentre Rong Tamer è in preda alle convulsioni e il maestro sta parlando con Bong Toi, Zemiao si addormenta tra le possenti braccia dell'esperto guerriero. Ma, passata forse mezzora forse un'ora all'improvviso il guerriero si avventa spadone in pugno contro il dormiente ed indifeso Chih Thai, che soccombe al primo colpo. Dopodiché colpisce Bong Toi, risvegliatosi e disarmato. Arrivano le guardie della Congrega della Tartaruga che il maestro rende inoffensive con una ragnatela. Zemiao terrorizzato dall'accaduto va verso Quan Deo Khoa e gli suggerisce l'evidente, cioè che Rong Tamer vuole uccidere tutti. Il maestro si prepara quindi all'inevitabile, colpire violentemente Rong con i propri mezzi magici. Per fortuna la prontezza di spirito del grande maestro ha il sopravvento sui terribili malefici che si stavano perpetrando tramite l'ignaro fanciullo: Quan si rende conto di essere rimasto vittima di un incantesimo e calma le acque, dando ordine di bloccare a terra il fanciullo e fornendo le prime cure ai due feriti gravi.

Dopo un breve discorso con il maestro della congrega si giunge ad un pacifico ed equo accordo: fino all'indomani il maestro e i suoi aiutanti con l'aiuto di May Go, un giovane ma già valente mago specializzato in antimagia, e di una guardia della congrega sorveglieranno l'ormai pericoloso Zemiao, legato e reso inoffensivo. Al mattino la congrega stringe un accordo con il maestro, aiutato dal loquace Rong Tamer rinsavito: l'onere di portare Zemiao al fienile fuori città sarà ceduto ai suoi primi protettori, con l'appoggio materiale della congrega e l'aiuto di May Go, dato che non è chiaro se il contratto sia stato stipulato da Zemiao o dal mago che ne prende saltuariamente il controllo. Dopo un breve equipaggiarsi tutti abbandonano a turni la città travestiti nei modi più svariati.

Ritrovatosi all'edicola votiva poco fuori Feinlann il Maestro fa un incontro non casuale: un cane affamato gli si avvicina, dapprima estremamente ostile poi si rivela mansueto e affettuoso e seguirà Quan Deo Khoa, che ha finalmente abbandonato gli insulsi abiti da mendicante cieco e ripreso i propri dignitosi abiti accademici, nei giorni a venire. Il giovane mago May Go sembra assai ferrato su una scuola magica di secondaria importanza, la metamagia, a suo tempo pertanto trascurata dal Maestro, che però si sta rivelando utile almeno in questo frangente. La sera finalmente una fermata degna in una locanda dove si discute di un piano senza giungere a conclusione, dato che il nemico, probabilmente l'elfa Mayqui, potrebbe ascoltare tramite le orecchie del fanciullo.

L'elfa

Un piano sviluppato dal maestro con l'aggiunta della sua potente magia non poteva che portare ad un ottimo risultato e difatti Quan Deo Khoa, Chinh Thai e Mey Ih Qui riescono a giungere al fienile illesi e senza farsi scorgere dalle guardie della pericolosissima elfa Mayqui. La bellezza estrema unita alla scoperta del tradimento di Chinh Thai, in combutta con l'elfa da mesi, indispettirono però non poco il maestro, che fu molto riluttante a trattare con lei, rea della morte di Deo. Ciononostante, per amore di pace e per l'impegno preso, Quan iniziò una trattativa che condusse ad una promessa di salvezza del ragazzino e presto rientro a casa. In cambio il maestrò offrì i propri servigi e quelli del gruppo per il recupero di un ibrido lupo serpente, creatura leggendaria e molto pericolosa, di indubbio interesse per l'Accademia. Purtroppo subito l'elfa si mostra essere assai diversa: senza alcun motivo fa uccidere dalla sua guardia un inerme contadino a cui aveva rubato il carro. Quan comincia a pensare che la bestia, se catturata, non è il caso di consegnarla a lei, bensì direttamente all'accademia, anche se questo significherebbe entrare in disaccordo con i proprio compagni di viaggio.

Arrivati al campo base vi fu un'altra conferma: tutto il villaggio limitrofo stava in catene, tenuto prigioniero da quelle che dovevano essere le guardie personali di Mayqui ma che a parole si rivelarono più dei protettori senza scrupoli né un minimo di cervello, oltre che stranieri e pertanto da denunciare immediatamente alle autorità. Due povere donne di malaffare, anch'esse straniere, erano costrette a prestare i propri servizi a Bong Toi e Rong Tamer e a chissà quanti altri prima di loro, uno spettacolo indecoroso. La guida era un ragazzino di 8 anni, in preda alla febbre, vestito poco e malnutrito, tenuto lì con la sola minaccia dell'uccisione della propria famiglia. In queste condizioni di totale disorganizzazione il maestro fu costretto a condurre il proprio seguito nella tana della bestia, una stretta vallata in mezzo alle montagne, dove aveva già ucciso altri gruppi. L'unico indizio utile fornito dal ragazzino, scappato già tre volte ad aggressioni, era un sibilo di tonalità bassa che si sente prima del suo arrivo.

L'ibrido

Catturare un ibrido è uno dei sogni di ogni mago dell'Accademia della Montagna e il gran Maestro non fa eccezione. Assieme ai suoi seguaci estrae dal ragazzino tutte le informazioni possibili ed elabora con il discepolo Mey Ih Qui un piano astuto, nonostante la resistenza di quest'ultimo ad utilizzare le pozioni della Congrega della Tartaruga. Purtroppo il luogo ideale per metterlo in atto è una zona di forre che si trova troppo lontana per essere raggiunta prima di notte. Rong Tamer insiste inutilmente acché il Maestro sprechi le sue energie in inutili artifizi per faticare meno camminando di più e, malauguratamente, decidono di muoversi comunque. Come previsto vengono catturati dalle tenebre durante lo spostamento e qui il gruppo si divide per accelerare i tempi. Il Maestro però era stato vigliaccamente tenuto all'oscuro del fatto che la bestia attaccherà chi porta la luce. Saputolo, invece di avvisare prontamente il gruppo dei due maghi, Rong Tamer, Bong Toi e il bambino decidono di nascondersi nella forra! Fortunatamente i maghi riescono ad attuare il piano giusto in tempo: una cupola di forza scende su di loro, la luce della lanterna passa e illumina la belva, un'orribile essere che però non attacca ma annusa la strana cupola e il cane, rimasto purtroppo fuori. Giusto in tempo per il maestro di superare lo stupore iniziale con una fede incrollabile nella magia, già vista all'opera in accademia, sta per far partire la potente magia che fermerebbe l'ibrido. Esattamente in quell'istante Mey Ih Qui , spaventato per il fatto che l'ibrido sia riuscito a mettere il muso dentro, decide di scappare, distruggendo la cupola di forza. Il Maestro è basito, abbandonarlo così proprio mentre era quasi fatta. Si gioca il tutto per tutto, la cattura dell'ibrido è più importante della sua stessa vita! Lancia comunque il potente incantesimo, approfittando di un attimo di distrazione dovuta al cane che sta fuggendo o, probabilmente, inseguendo Mey Ih Qui per strappargli le vesti. L'incantesimo funziona ma proprio all'ultimo la belva fa uno scatto con la testa e riesce a resistere all'onda celebrale. Il maestro non si dà per vinto e ci riprova altre due volte, ma ormai le sue energie sono al limite e decide di allontanarsi. Per fortuna Rong Tamer e Bong Toi, rinsaviti dall'arrivo nella loro forra di Chinh Thai, tornano sui loro passi e attaccano l'ibrido. Il grande Quan Deo Khoa avrebbe ancora qualcosa da dire ma viene malmenato da Rong Tamer nel maldestro tentativo di proteggerlo, che gli procura uno spostamento vertebrale dolorosissimo. Nella confusione generale il guerriero riesce a infilare tutta la spada nella bocca a serpente e sventrare dall'interno l'essere, proprio mentre il Maestro stava per controllarlo con successo. Incredibilmente nessuno è ferito. Anche Quan Deo Khoa presta manifestazione d'onore al guerriero Rong Tamer.

Piani falliti

Ampia discussione seguì l'uccisione dell'ibrido. Vi erano in ballo numerosi interessi: lo studio dell'ibrido, la salvezza del gruppo, la salvezza degli abitanti del villaggio, la salvezza del povero Zemiao, la sicurezza nazionale e persino vili ricchezze. Il gruppo sembrava tuttavia d'accordo sul fatto che Mayqu fosse totalmente inaffidabile e che consegnarle l'ibrido ucciso non avrebbe portato nulla di buono. Durante queste accese discussioni, mentre il maestro cercava il proprio bastone probabilmente occultato da Rong Tamer, quest'ultimo cominciava a comportarsi in maniera completamente assurda, tanto che tra i due maghi saliva il sospetto che fosse sotto il controllo magico dell'elfa. All'improvviso con l'aiuto del fedele Chinh Thai tagliò la testa all'ibrido. Quale scempio e soprattutto quali pericoli, dato che sacche di veleno facevano scorrere fluido mefitici ovunque, inzozzando il terreno, mentre i denti affilatissimi non restavano dentro le fauci. Ora, oltre ad essere ancora più terribile, era ancora meno fruibile. Esausti tutti si misero a dormire nella forra.

Di buon mattino Quan Deo Khoa e Mey Ih Qui fecero quello che andava fatto da tempo: controllare se il bambino fosse sotto l'influsso dell'elfa. L'incantesimo diede esito negativo, ma il bambino svegliatosi all'improvviso attacco il maestro che lo fermò con una magia. Disponeva di un coltello donatogli a Rong Tamer la sera prima, quel pazzo. E difatti il bambino insisteva a attaccare i due maghi, pericolosissimo. A questo punto il maestro decidette di fare ciò che non avrebbe mai voluto fare: una magia segreta tanto potente e tanto pericolosa su Rong Tamer, il guerriero era totalmente fuori controllo e il bambino lo stava palesemente soggiogando. Rilassato il gruppo dopo il potente incantamento, la decisione venne presa nel giro di un paio d'ore. Il corpo dell'ibrido fu incastonato in un albero grazie al ritrovato bastone del maestro, la testa avrebbe viaggiato verso l'Accademia della Montagna con Quan Deo Khoa, Mey Ih Qui, Chinh Thai e il nuovo cane del maestro, mentre Bong Toi, Rong Tamer e il bambino avrebbero atteso al limitare dell'accampamento dell'elfa vari giorno finch'ella, stanca di attendere, non avesse individuato magicamente l'ibrido immobile da tempo e fosse uscita di persona per recuperarlo. A quel punto avrebbero liberato l'intero villaggio e cercato indizi sul povero Zemiao. Un piano preciso e perfetto, non poteva fallire, anche se prevedeva purtroppo il sacrificio del corpo dell'ibrido a favore dell'elfa.

Il viaggio del maestro procedeva serenamente anche se lentamente, dato che i rigidi precetti morali impedivano il furto di cavalli e la segretezza della missione impediva il chiedere aiuto alle locande di passaggio. Dopo due giorni, senza alcun preavviso, si paravano innanzi dal gruppo due cavalieri di Mayqu accompagnati da Rong Tamer e Bong Toi, anch'essi a cavallo. Una compagnia sospetta e ancora più sospetta erano le parole rassicuranti di Rong Tamer, aveva fatto bene il maestro a porre su di lui quel potente incantamento. Volevano subito la testa. I tre cadevano dalle nuvole non tanto sulla richiesta, quanto su come mai fossero evidentemente soggiogati dall'elfa e su come potesse essere fallito un piano così ben congegnato. Più tardi si scoprirà, da frammentari racconti, che impazienti e annoiati del dolce far nulla, i due hanno preso iniziative personali del tutto non previste. Ma non era ancora tutto perduto. Mey Ih Qui innalzava la sua cupola protettiva mentre il maestro lo proteggeva rallentando un cavaliere con un fortissimo getto di ragnatela, tanto che alcuni spruzzi arrivarono addirittura addosso al secondo mago. Entrambe le magie funzionarono e in questo modo il maestro aveva il tempo di legarsi addosso la testa e aprire le ali per il volo verso l'accademia. Ma i satanassi avevano a loro disposizione una potente pozione di fuoco magico che passò attraverso la cupola e bruciò immediatamente gli occupanti. Nulla poté essere fatto, il maestro crollo in mezzo alle fiamme, con gli abbozzi di ali bruciacchiate, mentre i due neo traditori si preoccupavano di recuperare prima la testa e poi il corpo. Anche il povero Mey Ih Qui svenne a lato di cotanto fuoco.

Inganni e tradimenti

A tradimento colpito da ex amici e loro sgherri, quasi interamente bruciato e salvato all'ultimo minuto da Bong Toi, il maestro questa volta era proprio gravemente ferito. I suoi ex compagni di missione lo misero in un misero fienile, fornendogli una pozione probabilmente sottratta da quelle di Mey Ih Qui che appena lo saprà darà in escandescenze. Ma per ora giace anche lui nel fienile accanto al fedele Chinh-Thai.

Bong Toi, meritevole solo di aver salvato la vita al maestro dopo averla messa in pericolo, cerca di spiegare l'accaduto. Il maestro apprende così con totale sbigottimento che i due polli sono stati soggiogati dall'elfa la quale però non li aveva trovati nascosti nella foresta dove dovevano stare bensì sull'uscio della sua tenda, dove si sono presentati convinti che il tutto fosse un'illusione! A questo punto Quen Deo Khoa dovette rivedere la scaletta di perspicacia dei proprio ex compagni e portare Chinh-Thai al primo posto.

Passarono dei giorni e finalmente arrivò Rong Tamer con una Veste Bianca, carissima e che pretese un pagamento per un misero incantesimo. Quel mercenario evidentemente sapeva usare solo ed esclusivamente la spada, gli stessi servigi avrebbe potuto farli il maestro. Dopo questo intermezzo Rong Tamer estrasse un messaggio vocale casualmente capitatogli nello zaino, dove Mayqu imponeva al gruppo un'altra missione. Era chiaramente un tranello, condito dalle solite promesse, ma tutti quanti, compreso il saggio Mey Ih Qui e il rivalutato Chinh-Thai, spinsero il maestro a partecipare. Anzi, il maestro fornì loro pure il mezzo di trasporto per recarsi dall'elfa, elargendo un servigio per il fattore locale sul quale è opportuno tacere. Non è da tacere invece la riconoscenza degli altri, che fu nulla, in seguito lo lasciarono andare avvelenato e malconcio senza minimamente preoccuparsi di lui né fornirgli uno dei suoi cavalli.

Arrivati alla locanda del Cavallo Cremisi i tre fedeli di Mayqu subirono il consueto indottrinamento da parte di tre meretrici, qualche moneta e dei vestiti puliti. Bastava proprio poco per turlupinarli. Dopodiché arrivò il goblin Len-Hi-Aravi, soggetto pericoloso quanto affabile, che offrì una missione suicida senza alcuna spiegazione da prendere o lasciare. Solo il maestro ebbe la forza di volontà di non cedere a minacce velate da lusinghe, nemmeno il giovane collega ci riuscì. Fu così che abbandonò quello strano gruppo e venne proditoriamente aggredito dagli scagnozzi di Len-Hi-Aravi, come aveva del resto ampiamente previsto. Costoro lo minacciarono di avvelenamento, minaccia che il Maestro intuì essere vana, l'ultima speranza di Mayqu per non far fallire la seconda missione. Il maestro difatti giunse incolume, pur in cattive condizioni, alla propria Accademia

Reunione

Arrivato in Accademia il Maestro si rese conto che la situazione non era così rosea. Poteri occulti sui quali è opportuno tacere erano all'opera per agire contro gli interessi fondanti stessi. Per tanto, non si potrà narrare qui gli avvenimenti che seguirono e cosa portò il Maestro a fare il grande passo. Sta di fatto che ritroviamo nella nostra interessante narrazione il Maestro in una posizione chiave all'interno di una tribù di maghi ribelli nella zona dei Monti d'Oro. Proprio un paio di mesi dopo gli avvenimenti precedentemente narrati gli viene introdotto un nuovo aspirante elemento della tribù che si rivela essere, con gran disperazione di Quen Deo Khoa, proprio l'iracondo e violento Rong Tamer! E, come se non bastasse, i suoi amici anch'essi aspiranti sono il fedele Chinh Thai e Bong Toi, più un altro paio di cui uno è pure incerto. Per fortuna questi ultimi due nominati ancora non sono presenti e quindi il potente mago deve solamente convincere Rong Tamer, stranamente accondiscendente e perspicace, a bendarsi per lasciare il luogo segreto ove si riunisce la tribù.

Dopo un breve viaggio con gran esultanza del guerriero la coppia ritrova Bong Thoi, Chinh Thai e Xuan Thanh, un montanaro korvino esperto nell'uso dell'arco. Il maestro subito nota la presenza dei suoi cavalli, triste ricordo di pietosi avvenimenti di qualche mese prima e che Bong Thoi ora insiste a rivendicare come propri. Chinh Thai invece non può proferir parola essend'esso in gravi condizioni, talmente gravi che neppure il Maestro poté far qualcosa. Sostarono in uno spiazzo boscoso per la notte e al mattino si incamminarono per Feinlann, dove i fedelissimi dovevano farsi togliere il controllo mentale per evitare di portare a vita un medaglione di occultamento. Il viaggio si rivelò più piacevole del previsto, con Rong Tamer di buon umore e anche i vecchi e nuovi compagni di viaggio, pur con qualche piccato, e giusto, sarcarso del Maestro nei confronti delle massaggiatrici e degli agi in cui si stavano beando l'ultima volta in cui sono stati assieme.

Il gruppo arrivò così ad un posto di blocco dove erano chiaramente appesi i ritratti di Bong Thoi, Chinh Thai e Xuan Thanh. A quanto pare l'ultima missione fatta da soli ha dato buoni frutti ma è stata fatta senza la perizia necessaria per non essere scoperti. Il posto di blocco si trovava a ridosso di un'ansa fluviale e non vi era alcun modo di passare altrimenti. Durante un evidentissimo confabulare su come passare il fiume si avvicinò un vecchietto dall'apparenza inoffensiva che propose al gruppo un sicuro passaggio via zattera. Purtroppo a niuno venne in mente l'ovvio nesso che le autorità non avrebbero mai permesso l'esistenza di una simile professione organizzata e i nostri caddero questa volta come polli. Bong Thoi, Chinh Thai e Xuan Thanh attraversarono col vecchietto mentre Quen Deo Khoa e Rong Tamer si misero in coda con i cavalli per passare ufficialmente.

A questo punto accadde l'incredibile: Rong Tamer ebbe l'intuizione che era mancata a tutti poco prima e scappò al galoppo portando il Maestro con sé. Il Maestro, con la schiena distrutta, ebbe solo la forza di complimentarsi per la apparente nuova vita del forte guerriero. Una fuga spericolata fece perdere i due cavalli della vergogna ma mise in salvo i due con un cavallo ed un asino. Per colpo di fortuna trovarono anche gli altri tre, ripescandoli dal fiume in brutte condizioni. Curati brevemente si incamminarono lungo il bosco che passava rasente al fiume ma evidentemente il reato compiuto dai tre era così grave che molta milizia era stata mandata a cercarli. Arrivarono ad una distesa di fango algoso e subirono un'imboscata del vecchietto, rivelatosi capitano delle guardie, e di tre incappucciati. Un combattimento improvviso con CHinh Thai decisamente fuori gioco. Il grande Quen Deo Khoa fece solo in tempo a dare un forza sovraumana al nuovo Rong Tamer e a vederlo sconfiggere uno dopo l'altro i nemici, addirittura lanciando la propria spada per cercare di colpire l'ultimo!

I ribelli

Il gruppo del maestro era arrivato ad una situazione di stallo. Le forze nemiche avevano perduto parecchi uomini grazie alle potenti magie fatte su Rong Tamer, ma il Maestro giaceva a terra sfinito ed anche vari suoi compagni erano feriti gravemente. Solo Rong Tamer si aggirava tremante nell'acquitrino che fungeva da campo di battaglia. All'improvviso arrivarono però degli uomini, nascosti da alcuni tronchi galleggianti e coperti da numerose fronde per proporre loro un insperato aiuto. Il gruppo, che avrebbe preferito un intervento invece della tribù ribelle, non ebbe altra soluzione che quella di accettare l'aiuto sconosciuto e farsi accompagnare all'interno dei tronchi rivelatisi grosse zattere.

Dopo un breve viaggio via fiume e un tratto via terra pure breve ma che ai feriti sembrò assai impervio, giunsero ad un grande campo ben organizzato in cui parevano vivere qualche centinaio di persone. Costoro in una riunione raccontarono di essere contadini ribellatosi alle tasse imposte dei signori stabiliti dal governo reale e soprattutto stufi dei continui attacchi degli ibridi, che causavano continuamente danni e morti senza che né il re né il signore facessero alcunché.

Qualche giorno per rimettersi appena in piedi e il gruppo venne ancora coinvolto in missioni assolutamente da evitare nel loro stato di salute. Il campo stava difatti vicino ad un forte in cui erano prigionieri alcuni membri ribelli. Poche informazioni però erano disponibili su codesto forte e pertanto fu richiesto il dotto intervento del maestro il quale, con gli occhi di un povero piccione, sorvolò il forte e esaminò con cura le difese. Per ovviare ad un distratto compagno finito in una trappola, che trovata distrutta avrebbe rivelato la presenza di osservatori al limitare del bosco, il maestro fu letteralmente costretto a sacrificare la vita di un innocente cerbiatto.

Ma Rong Tamer quella notte fece un piano che per fortuna fu rimaneggiato da Jia Nywa, uno stratega del gruppo di ribelli che sapeva molto il fatto suo e che incluse il piano di Rong Tamer come diversivo all'interno di un attacco di più ampio respiro. Un'idea buona e originale Rong Tamer però la ebbe: fece usare delle lunghe aste di bambù come ausilio per un enorme salto, ben al di sopra delle possibilità umane, secondo una tecnica che ha visto applicata con successo nel continente. Operazione assai pericolosa per il saltatore, soprattutto qualora sulle mura vi fossero arcieri vigili o quando il terreno si presentasse impervio. Ma non era questo il caso, entrambi erano stati accuratamente ispezionati dal grande Maestro Quan Deo Khoa che, in volo, aveva osservato con attenzione anche i più minimi particolari e assicurato che gli arcieri erano pochi e distratti e il terreno piatto e non sassoso. Difatti il piano funzionò alla perfezione, con 3 uomini su 4 sulle mura, Bong Toi e Zuan Thanh dotati dal Maestro di forza eccezionale. Cosa successe all'interno è al di là dello scopo di questa storia, fatto sta che il portone venne aperto e il grosso delle truppe ribelli poté sciamare attraversando il terreno scoperto, mentre l'allarme suonava e possenti truppe accorrevano a difesa del forte. Per mantenere il portone aperto vi erano solo il Maestro, Rong Tamer, Xuan Thanh, Chinh Thai, un altro saltatore e un altro ferito. Grazie all'eroismo di Rong Tamer e alla magia di Quan Deo Khoa che fissò un'anta al muro con una ragnatela l'entrata rimase aperta e i ribelli sciamarono dentro al forte prendendone possesso tra mille difficoltà e pesanti perdite.

E fu così che Rong Tamer mise su casa e casata. Prese possesso del forte e cercò pure di sistemarsi con una ragazza in visita temporanea al forte con i genitori. Tutti i suoi ex compagni di viaggio guadagnarono il titolo di "amico di Rong Tamer", per quanto possa valere. Il Maestro passò un periodo di convalescenza finalmente in una costruzione come si deve in pietra e accudito adeguatamente durante il quale approfondì la conoscenza con Muhuhu Oxorr, un mago particolarmente strano: costui oltre ad essere elfo con tratti imehliti, aveva studiato a Torre Bianca ed era particolarmente abile con gli incantesimi di cura, ma soprattutto era un sacerdote di Shergal, il dio della magia e dei misteri. Ciò affascinò non poco Quan Deo Khoa, che da questo giorno si istruì sempre più su questa religione mistica e magica.

La quarta congrega

Il viaggio, con una compagnia così eterogenea, fu piacevole per tutti fintantoché Jia Nywa segnalò al Maestro la presenza di un individuo che, molto scaltramente, li seguiva da due giorni. In breve Quan Deo Khoa si rese conto che di fatto era lui al comando del gruppo e si diede subito da fare con un piano. Al ristoro di metà giornata, mentre gli altri preparavano da mangiare, Muhuhu Oxorr mostrò tutta la potenza di Shergal, condita con i propri studi: rimise in pochi secondi in piedi Xuan Thanh, pronto a combattere e in piena salute, crollando a sua volta sul carretto usato finora per trasportare il suo assistito. Una potenza del genere il Maestro l'aveva vista solo da un vecchio maestro di Torre Bianca, ma d'altronde da un elfo è lecito attendersi un ampio e sapiente utilizzo della magia. Al resto pensò Quan: con una illusione mascherò l'assenza di Xuan Thanh e Bong Toi i quali si lanciarono nei boschi all'assalto dell'inseguitore ivi nascosto. Fu un lungo inseguimento, a cui parteciperò anche Chinh Thai, e dal quale gli inseguitori tornarono a rate, con Bong Toi gravemente ferito curato immediatamente dal ferito Muhuhu. Anche la spia era gravemente ferito, ma Shergal non volle la sua guarigione, chiaro segno che andava ucciso pur essendo il Maestro contrario per principio ad esecuzioni sommarie. Ancora una volta inervenne Muhuhu: appoggiò le mani alla spia e costui si contorse in spasmi terribili. Quan Deo Khoa attinse a tutta la propria conoscenza maturata in decenni di studio per capire cosa aveva fatto il sacerdote di Shergal, non voleva crederci ed è opportuno tacere su quanto capito. Una cosa veramente terribile e difatti il prigioniero parlò immediatamente. Si trattava di un membro della Congrega dell'Unicorno, l'unica che non era ancora entrata malamente a contatto con il gruppo. Suo compito, a detta sua, era unicamente di controllare il gruppo. Ora si apriva la dura discussione sul da farsi.

Di nuovo a Feinlann

Quella notte non fu una nottata tranquilla per il Maestro. Fortunatamente la sua grande esperienza lo indusse a svegliarsi nel cuore del turno di guardia di Xuan e aggirarsi guardingo per il campo. Un bizzarro rumore di acqua gorgogliante lo insospettì e dopo una breve ispezione scoprirono che proveniva dal prigioniero. Venne immediatamente dato l'allarme e tutti si affrettarono a prepararsi ad un attacco. Nel frattempo dalla bocca del prigioniero stava uscendo acqua, chiaramente un incantesimo di un mago che doveva per forza essere nelle vicinanze. Quan diede ordine di cercare e l'acuto Xuan vide un personaggio molto in alto tra i rami degli alberi. Subito partirono frecce ed incantesimi, ma il manigoldo aveva su di sé un incantesimo riflettente e tutto ricadde sul nostro gruppo. Il Maestro diede ordine di sospendere gli attacchi e limitarsi a seguire il mago, che innalzatosi ulteriormente scompariva lontano. Tutto ciò suscitò non poca perplessità nei nuovi membri del gruppo e costrinse il Maestro, incalzato da Bong Toi che spifferava anche cose segrete, a raccontare dell'esistenza dei ribelli e a proporre ai nuovi di unirsi a loro.

Dimenticato l'accaduto i ricercati Bong Toi, Chinh Thai e Quan Deo Khoa, si dovettero travestire per poter viaggiare liberamente e superare i controlli. Arrivati alle porte di Feinlann, venne trovato celermente il contatto orchetto che li fece entrare attraverso il sistema di acque correnti che attraversano la città. Una volta all'interno fu molto facile per il Maestro trovare i segni magici che conducevano ad una piazza piena di ciarlatani, tra i quali però spiccava un mago vero, immediatamente riconosciuto da Quan Deo Khoa. Data la lunga esperienza del Maestro egli informò il gruppo di prestare massima attenzione ai propri averi, in quando in queste piazze l'attività dei borseggiatori era pari a quella degli intrattenitori e spesso in combutta. Difatti a sera, dopo aver preso contatto col mago e appuntamento per i giorni seguenti, molti si accorsero di mancanza di oggetti importanti, tra i quali purtroppo anche una pietra del mago, per fortuna dal costo modesto.

Il cavallo alato

Finalmente il Maestro è tornato a Feinlann, anche se ancora doveva ambientarsi. Il gruppo ha deciso di separarsi, i migliori sono andati alla Locanda della Domena di Rame, una prigione riadattata in modo tale che gli ospiti di riguardo avessero delle stanze singole anche se anguste, mentre gli altri si sono fatti ospitare da Shu-Lin. La sala comune della locanda altro non era che il cortile della prigione chiuso da finestroni sul tetto e proprio uno di questi si chiuse violentemente, come se qualcosa fosse caduto dall'alto. Tutti si allarmarono, ma i più lesti a reagire furono ovviamente Quan Deo Khoa e Xuan Thanh, mentre sir Muhuhu stava ancora pregando nei suoi alloggi.

Il mago organizzò prontamente le difese per un eventuale attacco dall'alto, facendo soprattutto allontanare gli avventori. Dopo qualche sinistro rumore, un cavallo alato precipitò all'interno della stanza. Nello spavento generale gli avventori presero delle armi e si precipitarono sulla bestia, ma d'improvviso tre loschi figuri seguirono la caduta dall'alto e uno venne immobilizzato immediatamente da Quan Deo Khoa, mentre gli altri ingaggiarono combattimento con sir Muhuhu, apparso all'improvviso. Per salvare l'elfo il mago deve ricorrere ad una potente illusione, che spaventa anche Xuan Thanh, nel frattempo sopraggiunto col proprio arco.

Non ci volle molto per avere la meglio sui tre membri della congrega e farsi amico il cavallo. Occorreva però allargare il buco nel tetto per farlo uscire e sia il maestro che l'elfo dovettero sacrificare le proprie energie personali per far crollare una parte di tetto, mentre Xuan Thanh si improvvisava cavallerizzo e tentava la partenza assieme al solo maestro. Per molte ore volarono sui cieli dell'isola in direzioni casuali finché l'ibrido non si stancò e atterrò per bere e mangiare. Seguirono numerosi giorni di girovagare, procedendo a intuito e indicazioni ricevute da contadini locali in direzione di Feinlann.

La fine di Mei Qi

Il Maestro e l'arciere, che nei convulsi momenti della fuga era stato ferito e avvelenato ad un braccio ormai inutilizzabile, nascosero l'ibrido alato in un bosco nelle vicinanze della capitale. Xuan aveva scoperto che poteva essere richiamato da un particolare suono e quindi si sentirono sicuri di poterlo ritrovare facilmente all'abbisogna. In città ritrovarono tutti i loro compagni, anche sir Muhuhu che aveva ripagato i debiti e si era fatto curare grazie al suo importante status. Avevano altresì preso contatto con il mago Thery Mhal per la rimozione degli incantesimi su Bong Toi e Chinh Thai. Nonostante il Maestro fosse ansioso di ultimare questa rimozione per potersi poi dedicare a fatti più importanti quali l'ibrido, il mago pretesi di attendere fino al 29, una pessima data perché coincideva con la festa di fine estate e momento di gran turbolenza in città.

Il giorno concordato arrivarono senza Bong Toi, per cui il rituale era previsto al giorno successivo, in un brutto vicolo accanto alla piazza più affollata di Feinlann. La rimozione su Chinh Thai sembrò andare a buon fine finché non apparse Bong Toi, sopraggiunto per proteggere gli amici a detta sua. Fatto sta che dietro di lui apparve May Qi volante con le sue guardie! La posizione del posto sembrava studiata proprio appositamente per un agguato, il gruppo era insaccato in un vicolo chiuso dalle guardie con l'elfa che proponeva irricevibili offerte mentre una freccia trafiggeva Thery Mhal. Una battaglia molto confusa iniziò subito: il mago non era morto ma quella era una sua illusione, una barriera antifrecce apparve attorno al gruppo del Maestro la quale però impediva anche a Xuan Thanh di scoccare le sue precise frecce. E nemmeno l'elfa pareva vera, forse era anche lei un'illusione.

Ad aggiungere confusione a confusione arrivarono delle urla provenienti dai vicoli vicini. Le guardie cittadine stavano sistematicamente sterminando tutti i presenti, senza alcun criterio, per cercare di scovare l'elfa! Il maestro fece un semplice ma efficace ragionamento: basta una banale illusione insegnata ad ogni apprendista per trasformare se stessi in una guardia e, a meno che le guardie non volessero terminare il proprio lavoro sterminandosi tra loro, questo sarebbe bastato per sfuggire alla mattanza. Ma non c'era tempo per pensare, sia i compagni che una cinquantina di passanti urlavano disperati e chiedevano aiuto a Quan Deo Khoa per uscire dalla piazza dove si erano rifugiati. Il Maestro aveva ben donde a cercare di convincerli a star calmi che dentro la piazza erano più che sicuri. Nulla, l'unico modo pareva essere assai stupido: richiamare l'ibrido volante ed usarlo come traghettatore, un metodo che poteva fare più morti delle guardie cittadine. Il mago purtroppo si fece convincere, soprattutto per il timore che Mei Qi fosse nascosta tra loro. Così dopo qualche lungo minuto arrivò l'ibrido richiamato appositamente ed ecco di fatti che Mei Qi uscì allo scoperto per buttarcisi sopra e decollare. Thery Mhal, che non aveva informato nessuno dei propri piani, cercava di agevolarla mentre gli altri di ostacolarla. La scarsa programmazione del mago rischiava di mandare in aria il suo stesso piano. Alla fine l'elfa decollò e qui finalmente Thery rivelò che il suo piano era proprio quello di catturarla in volo, mentre ora tutti fuggivano scavalcando muri come il Maestro aveva suggerito sin dall'inizio!

Ricominciare

Bizzarra è stata la cattura di Mei Qi. Il Maestro non ci vedeva chiaro, tutta quella segretezza inutile che ha rischiato seriamente di compromettere i piani. Altre cose stanno sicuramente bollendo in pentola e Quan Deo Khoa non è sicuramente il mago che si fa prendere per il naso o mettere i piedi in testa! A rinvigorire il suo spirito è stato però l'arrivo di un nuovo compagno di viaggio, il fedele Deo Deo, un canide con un rapporto estremamente particolare con il grande maestro.

Ora si trattava di riportare le due preziose catture, ibrido e Mei Qi, al sicuro. E anche qui una scelta assai discutibile da parte dei capi della ribellione: trasportare l'ibrido spacciandolo per un cavallo prezioso aggregati ad una carovana di stranieri del Regno del Leone, per giunta senza sapere quale altro dei tanti gruppi aggregatesi era il gruppo che stava trasportando Mei Qi. Una segretezza che ricordava il piano precedente e per tanto il Maestro si stava aspettando da un momento all'altro guai, con un probabile finto attacco e finto rapimento dell'ibrido, o vero rapimento per poi passarlo in mani ancora più sicure. Ad ogni modo il viaggio iniziava senza Bong Toi, disperso nella città, e con la nuova compagna di Xuan Than, anche lui dotato di fedele compagno! Facevano comunella con il gruppo, non invitate, la gheisha Otono Makie che allietava tutti con le sue canzoni e una strana goblin proveniente dal Continente. Il mago era già pronto a ricacciarla tra i suoi simili oppure tra i propri conterranei quando rispose con precisione alla consueta domanda sull'adorato nipote Deo. Deo era vivo, sano e salvo, e faceva il mago degli animali a Talantir. Quan Deo Khoa era fuori di sé dalla gioia e riempi la goblin di mille domande, alle quali purtroppo dava risposte scarne in quanto aveva incontrato il nipote solo per una giornata in cui lui è stato ai suoi servigi.

Dopo qualche giorno di viaggio di notte una guardia viene aggredita in maniera stranissima. Schiacciata sottoterra da una forza misteriosa! Per fortuna l'abilissimo Xuan Than riesce a trovare delle tracce che conducono tutti verso il bosco, dove stanno scappando senza particolare fretta un mago con tre suoi simili, che secondo il Maestro potevano essere delle ombre o delle persone controllate magicamente in qualche modo. Il mago parla tranquillamente con Quan ma all'improvviso lancia a tradimento un potente incantesimo che sotterra tutti tranne Chinh Thai e Xuan Than, mandato astutamente dal Maestro lungo una via traversa. La pala di Chinh Thai salva tutti questa volta, ma i nemici sono pericolosi e non sembrano la solita finta, anche se il fatto che se ne stessero andando è sospetto. Al mattino vengono trovate altre 9 guardie morte, probabilmente in egual modo.

Gli stolti stranieri prendono la decisione di dividere la grossa carovana in due tronconi: gli stranieri e i korvini. Ecco qui che il piano sospettato da Quan Deo Khoa prende forma, con eventi particolari e imprevedibili che aprono scenari futuri. Si tratta di fatti di una scelta che mette più a rischio gli stranieri stessi! Stranamente la goblin decide di restare con il troncone korvino, sponsorizzata da Quan Deo Khoa che ormai stravede per l'amica di suo nipote. Il viaggio prosegue tranquillo per qualche giorno, con l'unica nota di folklore che il mago scopre facilmente un gruppo di 5 giovani maghi accademici che sostengono di seguirli, in forma di animali, per tutelarli. Quan Deo Khoa decide di lasciare correre questo bislacco piano per vedere dove andrà a finire.

Doppia imboscata

Il grande maestro con la sua lunga vista ci aveva proprio preso: tutto era stato ordito per un inutilmente complesso attacco a noi. Dapprima il troncone della carovana anteriore si ferma misteriosamente e senza fornire alcuna spiegazione. Quan Deo Khoa non ha neppure bisogno di sapere il motivo per capire che evidentemente bisogna girare il carro e mettersi al riparo. Tristi appaiono due potenti maghi del Leone che, evidentemente privi dei mezzi più elementari di chiaroveggenza, sono costretti ad alzarsi in volo per osservare potenziali problemi avanti. L'astuto maestro invece ricorre banalmente ai cinque maghi che sono stati inviati per proteggerli, i quali li informano che vi è un'insurrezione contadina contro gli stranieri. Il fatto che i leoniani abbiano accostato tutti i carri a destra per far passare di misura i korvini puzza di trappola lontano 10 isole, ma mentre il possente mago attende Chinh Thai e Dodorena andati a chiedere spiegazioni ufficiali, i capi dei carri korvini decidono stupidamente di infilarsi nella trappola che a quanto pare solo Quan Deo Khoa è riuscito a vedere. Nessuno riesce a fermarli e il maestro dà subito l'ordine di girare il carro e mettersi al sicuro. Proprio in quel momento la prima parte del bizzarro piano ordito da chichessia si scatena: dei maghi del Leone lanciano palle di fuoco contro il primo carro e successivamente contro il carro dell'ibrido, una volta scortolo che stava andandosene. Il mago avrebbe immediatamente sotto mano potenti incantesimi per riparare il danno immediatamente e abbandonare la zona lasciano al Leone una potente illusione, ma vuole vederci chiaro e decide di attendere. Da lì a poco difatti ecco una voce roboantemente magica che comunica che i korvini devono fare da prima linea per i leoniani e che verranno pure indennizzati per le perdite! Ormai all'orizzonte stanno arrivano le orde di villici, aizzati da chi sta tirando le fila di tutta questa ridicola messinscena, e bisogna approntare le difese. Chinh Thai guarda il retro del carro, mentre Quan Deo Khoa e Xuan Than guardano il davanti tenendo a bada la folla con frecce precise e ragnatele, mentre Dodorena dovrebbe dare man forte con eventualmente le sue magiche pozioni. Ma misteriosamente si astiene da qualunque lavoro, cosa che si spiegherà da lì a breve.

Si ode un'esplosione e successivamente si vede del fumo dal retro del carro. Anche Xuan Than va ad indagare, ma Quan Deo Khoa alle prese con numerosi villici sente rumori sempre più inqueitanti. Ad un certo punto deve intervenire anche lui a dare una mano facendo sparire il fumo e sente una misteriosa voce che pare avere il suo medesimo accento che impartisce ordini bizzarri. Si scopre esserci un soggetto con uno enorme zaino e tante boccette fumogene o esplosive in mano. L'ibrido è stato colpito da una freccia e il soggetto minaccia di farsi esplodere. Viene prontamente messo fuori combattimento da Chinh Thai, ma nel colpo le pozioni esplosive scagliano l'ibrido oltre il carro. Inoltre il maledetto aveva sparso unguenti venefici sull'ibrido che ora sta soffrendo tremendamente. Nella confusione generale si sente quella che pare essere Dodorena che urla ordini circa le sue pozioni, ma si trova con mezzo corpo dentro al carro. Il mago, esperto in materia, sentenzia subito che si tratta di un'illusione e che va ignorata. La priorità va per ora all'ibrido e a mettere fuori combattimento l'intruso e in seguito ai villici, la ricerca della vera Dodorena deve attendere.

L'ibrido vola via

Questa volta non ce l'ha fatta nemmeno il grande maestro, la situazione era decisamente troppo ingarbugliata e troppo concitata. Dapprima Dodorena, misteriosamente tornata in sé, si rifiuta di dare a credito dei preziosi unguenti che avrebbero permesso la cura dell'ibrido, poi Otone si mette di mezzo e entrambe vengono giustamente bloccate da Quan Deo Khoa che tiene a freno la propria ira solo perché Dodorena è amica di suo nipote. Nel frattempo però la battaglia infuria ancora, ma giungono in soccorso i cinque maghi dell'accademia in forma di bestie feroci che intimoriscono i villici con colpi furiosi ma precisi e ben mirati. Dodorena non ne vuol sentire ragione di indicare la bottiglietta giusta e lo straniero spia e assassino non tiene la bocca chiusa, approfittando della pacatezza d'animo del grande maestro. Xuan Than viene costretto a ricorrere al ricatto: il preziono campionario di Dodorena viene rotto bottiglietta dopo bottiglietta finché alla terza collabora, anche se non sa di preciso quale dare. E d'altronde, come fidarci, con pure la bocca aperta dello straniero, detto Micorino, che non la smette di voler la morte dell'ibrido? Dopo aver attinto a tutta la propria sapienza è Quan Deo Khoa che riesce a trovare l'unguento giusto. L'ibrido però, esasperato dalla situazione, all'improvviso vola via e in fretta Quan dona ad uno dei maghi accademici che hanno appena terminato la battaglia la sua preziosissima pietra del potere animale per poterlo seguire. Ormai l'ibrido è tutto nelle sue mani.

Celermente il gruppo decide che è ora di abbandonare la carovana, in quanto magie e un ibrido in volo causerebbero troppe domande. Il mago è però allo stremo e Dodorena e Micorino feriti. Vengono curati immeritevolmente dal Maestro e tutti si dirigono in direzione opposta a quella della carovana. Dopo qualche centinaio di passi Micorino, propone di utilizzare una delle sue boccette di fumo, generosamente ancora non confiscate dagli altri, per creare una nebbia e scomparire senza far capire da lontano la propria direzione. Quan Deo Khoa avrebbe continuato lungo la strada, mentre gli altri si sarebbero tutti incamminati a testa bassa verso sinistra. Nella nebbia però il maestro già sente una gran confusione e pare che Micorino ne abbia approfittato per svignarsela, meglio così. Come previsto invece Quan continua finché non cade stremato a bordo strada. Qui prende forma del suo cane Deo e insieme corrono verso sinistra cercando di intercettare il resto del gruppo. Chissà l'ibrido dove è finito.

Il cane

A lungo il maestro vagò per le campagne, mantenendo la forma del suo amico Deo per evitare di essere scorto, senza sapere che sarebbe stata la sua forma per molto tempo. Dopo molte ore i due cani, Deo e Quan, trovarono una forte depressione nel terreno da cui stavano originandosi dei terremoti. Il maestro sapeva bene cosa stava succedendo e, per salvare i propri amici, si affrettò a raggiungerla. Al bordo stava Dodorena e Quan Deo Khoa la convinse con molta fatica a fornire un elisir di guarigione per il povero Xuan Thuan che era in mezzo alla depressione ferito a morte da un ibrido creato nuovamente sul posto. Per sfuggire ai due ibridi, uno terrestre e uno volante, Quan assunse la forma del proprio fedele cane Deo per l'ultima volta. Consegnò la potente pozione con successo e riportò fuori il cacciatore dalla depressione, ritrovando anche Chinh Thai. A questo punto però un grosso problema: non riusciva più a tornare nel proprio corpo. Il maestro postpose questo ad urgenze più importanti: ritrovare la carovana. Tutto il gruppo sotto la guida dei due cani si incamminò verso Nord-Est finché in lontananza non videro uno strano fumo e degli alberi, assai rari da queste parti. Il maestro fece una prima ispezione e scovò l'accampamento di Micorino, protetto da una illusione, e i due ibridi sul retro attratti da un singolare pentolone. Subito informò Xuan Than della presenza di nemici sperando che il cacciatore potesse sorprendere il manigoldo nel sonno, ma inciampò in una trappola ad altezza umana e svenne. Il maestro indagò la zona degli ibridi per vedere se vi era la possibilità di ottenere aiuto, ma venne inesorabilmente attratto dal pentolone e quando scorse animali morti era troppo tardi.

 

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